Marketing del ristorante? Partiamo dal Menu: ecco 6 consigli pratici

In questo post, daremo dei suggerimenti pratici in 6 punti per trasformare il Menu del tuo ristorante in un potente strumento di Marketing per conquistare nuovi clienti. Il Post è di Emiliano Citi,  professionista del Food & Beverage e docente dei corsi di Lavoroinalbergo

In questo post, daremo dei suggerimenti pratici in 6 punti per trasformare il Menu del tuo ristorante in un potente strumento di Marketing per conquistare nuovi clienti. Il Post è di Emiliano Citi,  professionista del Food & Beverage e docente dei corsi di Lavoroinalbergo.

Quando mi avvicinai al mondo della ristorazione oltre 25 anni fa, una delle prime regole del Marketing ristorativo era proprio indirizzata al menù e diceva:

“ Il menu è la prima leva di marketing del ristorante”

Come non essere d’accordo al cento per cento con questa regola.

Verissimo, è la prima leva di marketing del ristorante;  ma non solo, è l’identità aziendale che viene rappresentata all’interno di una lista di piatti.

Ma nonostante questo, nella stragrande maggioranza  dei casi, si trovano menu anonimi, privi di creatività, sporchi, con decine di piatti senza  identità ed una logica comunicativa , con correzioni fatte a penna, con una politica di prezzi senza ne capo e ne coda, insomma un caos.

In  questo stato confusionale c’è solo una certezza:  il ristorante perde di vista le mille opportunità di un mercato sempre più in fermento e sempre più dinamico e competitivo.

Come creare allora un menu accattivante e sempre più competitivo? Come  incuriosire e portare all’acquisto le nuove generazioni di Spender?

Partiamo da 6 consigli utili per fare diventare il proprio Menu “ la prima leva di Marketing del proprio ristorante”.

  1. Passare dal “Produci e vendi” a “Ascolta e rispondi”:

    il consumatore è cambiato e, ormai da tempo, non si va più al ristorante per mangiare, ma per nutrire quella parte intangibile che è l’inconscio e la ricerca di cose che ci fanno stare bene e sentire a proprio agio. In poche parole non si compra più cibo ma ESPERIENZE.

    Le nuove tendenze alimentari sono sempre più orientate a prodotti ecosostenibili, locali , proteici, con un attenzione particolare alle preparazioni, si prediligono cotture a bassa temperatura e al vapore e si fa molta attenzione alla provenienza con un occhio di riguardo per tutto quello che è naturale e bio.

  2. Le misure contano:

    Se non ambite alla stella Michelin o alle tre forchette, allora evitate di utilizzare una copertina e i fogli del menu troppo grandi.
    Più è grande il menu  più è facile trasmettere la percezione di costoso.
    Insomma un menu con una copertina grande, magari anche di materiale pregiato , viene associato ad un ristorante caro e impegnativo.
    Un altro aspetto importante è la dimensione del carattere, non deve essere mai inferiore a 12 punti di grandezza.

  3. Scrivere per VENDERE e non per descrivere:

    da uno studio condotto da Brian Wansink, docente alla Cornell University e direttore del Cornell Food and Brand Lab., su centinaia di clienti di ristoranti, risulta che i piatti presentati nel menu in maniera articolata e narrativa vengono scelti il 23% di volte in più rispetto ai soliti descritti in maniera più tradizionale e stringata.
    Questo vuol dire che “Filetto di pescato del giorno croccante su un letto di verdurine al vapore e nettare di limone emulsionato” , ha il 23 % di opportunità in più di essere scelto rispetto al “Pesce al forno con verdure.
    Scrivere in modo più narrativo e descrittivo, non solo porta a percepire questi piatti come migliori, ma influisce molto anche nel rapporto qualità/prezzo.
    In poche parole, per piatti descritti in modo narrativo il cliente gli riconosce un valore maggiore.
    In sintesi termini come : Soffice, Tenero , Cuore , Croccante, del Contadino, della Tradizione , Cremoso , Del giorno , Fondente, Nettare, e così via,  aiutano a VENDERE di più.

  4. Meno piatti , più possibilità: 

    secondo alcuni studi e statistiche, dedichiamo pochissimo tempo al menu’. Mediamente, ogni cliente, dedica circa 109 secondi alla scelta del piatto, neanche due minuti.

    Quindi  è sensato proporre un menu lunghissimo, creando solo stress al cliente?

    La risposta è no. Se entro i primi 100 secondi, il cliente non ha idea di cosa scegliere, sicuramente opterà o per il piatto che abitualmente mangia e che gli è più familiare, oppure quello che costa meno.

    E’ meglio allora selezionare meno piatti , renderli più accattivanti e così facendo oltre a facilitare la scelta in poco tempo, si ottimizzano i costi e l’ attenzione al dettaglio trasmette migliore qualità.

  5. Evitare l’effetto scontrino:

    solitamente i piatti sono elencati alla sinistra della pagina e il prezzo a destra uno sotto l’altro, esattamente come un lungo scontrino del supermercato dopo avere fatto gli acquisti della settimana.
    In questo modo l’attenzione si concentra subito sul prezzo e poi in un secondo momento sul piatto proposto. Se invece il prezzo si posiziona sotto la descrizione del piatto, a sinistra della pagina, si ottiene l’effetto desiderato:

    Prima mi concentro sul piatto e poi in un secondo momento visualizzo il prezzo.

    Un grande esempio, lo abbiamo nelle vetrine delle concessionarie auto. Un’ auto, luccicante, colore accattivante, ultimo modello…. un auto bellissima.
    Prima entri dentro , la guardi da vicino, ti siedi al volante, controlli gli spazi interni, apri il bagagliaio. Poi dopo che ti sei innamorato di quest’auto, solo dopo, in un angolo un pò nascosto, noti il cartello che descrive l’auto e le sue caratteristiche tecniche. Il prezzo è in basso a destra.
    Sicuramente  anche se il prezzo supera di poco  il mio budget di spesa, non sarà così determinante nella scelta finale.

    Parliamo adesso anche dei prezzi.  Basta con i prezzi tutti uguali per categorie o divisi in due fasce di prezzo distinte.

    I prezzi devono essere dinamici e si devono utilizzare i decimali , 19,90 è sicuramente più incentivante di 20,00, togliendo anche il simbolo dell’euro si toglie una minaccia, è provato che il simbolo dell’euro inibisce la spesa, in poche parole ti ricorda che stai spendendo.

    Food and Beverage
    Il menù deve essere accattivante
  6. Coloriamo l’appettito:

    ognuno di noi tende ad associare i colori con emozioni e significati diversi e spesso evocano sensazioni diverse.
    Nei menù il verde è associato con l’idea di freschezza e di cibi bio legati alla terra ed al rispetto della natura,  l’arancione, invece, stimola l’appetito ed è stimolante in egual misura per entrambi i sessi.
    Il Giallo è il colore del sole, è un colore caldo, è energia e attira l’attenzione, è un colore indicato per evidenziare alcuni piatti e spingere la vendita.

    Il rosso è il colore della velocità ma può anche risultare aggressivo, deve essere utilizzato con attenzione.

    Il marrore è il colore della terra e suscita naturalezza e autenticità, il bordeaux e il viola sono colori eleganti che ricordano il vino e l’uva, trasmettono la sensazioni di lusso, di eleganza. Infine i  colori non possono comunque prescindere dal colore del logo e dall’immagine coordinata del ristorante. E’ quindi strategico studiare a monte il logo e i relativi colori.

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Post di Emiliano Citi

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